Toomaj Salehi è un musicista iraniano arrestato per il contenuto delle sue canzoni e poi per avere partecipato alle proteste antigovernative
Si chiama Toomaj Salehi, ma è conosciuto semplicemente come Toomaj, ha 33 anni e dal 2021 ha trascorso più tempo dietro le sbarre che in libertà. Qualche giorno fa un tribunale iraniano lo ha condannato a morte per aver pubblicato musica critica nei confronti del governo e per aver sostenuto le proteste del 2022 in Iran.
L’avvocato di Salehi, Amir Raesian, ha confermato la sentenza su Twitter, scrivendo: “È stato emesso un ordine per l’esecuzione di Toomaj Salehi”. Raesian intende ricorrere in appello contro la sentenza, il che potrebbe portare a una riduzione della pena.
Toomaj è uno dei volti della generazione che si è schierata dalla parte di Mahsa Jina Amini, la ragazza morta per mano della polizia religiosa a causa di un velo indossato male. Oggi una campagna internazionale sta cercando di salvare il rapper dai suoi carnefici, chiedendone la liberazione.
Toomaj Salehi, la storia del rapper iraniano condannato a morte per la sua musica
Diverse figure di spicco, tra cui l’artista di origini iraniane Marjane Satrapi e l’attrice Golshifteh Farahani, hanno scritto ieri a Emmanuel Macron per chiedergli di intervenire in difesa del musicista, ricordando al presidente francese che l’anno scorso aveva ricevuto un gruppo di donne iraniane sostenendone la causa.
![Toomaj Salehi sta rischiando la condanna a morte per la sua musica](https://www.italialaica.it/wp-content/uploads/2024/05/Toomaj-Salehi-foto-2-5-2024-italialaica.png)
Come riporta il New York Times, Salehi è stato arrestato nell’ottobre 2022 nel bel mezzo della rivolta scatenata dalla morte di Mahsa Amini, 22enne arrestata dalla polizia morale iraniana e successivamente morta durante la custodia.
Salehi è stato accusato di “diffusione della corruzione sulla terra”, reato per cui è prevista la pena di morte, per aver pubblicato musica critica nei confronti del governo e per aver esortato i suoi seguaci a unirsi alle proteste nei video condivisi sui social media.
Dopo il suo arresto, sono emerse accuse secondo cui Salehi è stato tenuto in isolamento e torturato. Le Nazioni Unite hanno affermato che gli è stato rotto il naso e diverse dita. Si temeva anche che le sue udienze in tribunale si svolgessero a porte chiuse senza la presenza del suo avvocato