Chi riceve una multa da un autovelox non omologato può contestarla? Il Codacons fa chiarezza

Il cittadino può impugnare il verbale se l’omologazione dell’autovelox non dovesse essere presente, coloro che hanno invece già pagato non possono più presentare ricorso

La decisione della Cassazione sugli autovelox ha provocato non poca confusione tra gli automobilisti e sono partiti una serie di ricorsi per richiedere l’annullamento di multe per eccesso di velocità registrati con apparecchi non omologati. Il Codacons fa chiarezza e frena sulla possibilità di annullamenti di massa delle sanzioni. Con circa 11.171 autovelox nel territorio, l‘Italia detiene il primato in Europa. Va chiarito subito che la sentenza della Cassazione non porta affatto ad una raffica di ricorsi e al conseguente annullamento delle multe elevate dagli autovelox“, spiega il presidente Carlo Rienzi.

Cosa ha chiarito il Codacons

Dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di un automobilista stabilendo l’esistenza di una differenza tra omologazione e approvazione degli autovelox, i comuni si attendono una raffica di contestazioni. A far scattare l’infrazione per eccesso di velocità era stato un apparecchio Red & Speed-Evo-L2, non omologato ma approvato.

Autovelox
Autovelox | pixabay @montagfreitag34 – Italialaica.it

Il Codacons chiarisce: “La legge stabilisce criteri e tempi precisi per impugnare le sanzioni: dalla data di contestazione o notifica della violazione, 60 giorni davanti al Prefetto, ricorso gratuito ma che determina il pagamento del doppio della sanzione qualora l’istanza venga respinta, o 30 giorni dinanzi al giudice di pace, ma pagando il contributo unificato. Per le multe già pagate o quelle per cui siano scaduti i termini, non è possibile proporre ricorso. Nel caso in cui sia ancora possibile contestare la sanzione, per avere certezze circa l’omologazione del dispositivo autovelox che ha accertato la violazione, occorre presentare istanza d’accesso presso il comune dove è installato l’apparecchio e, una volta ottenuti gli atti, analizzare le specifiche tecniche sull’autovelox”.

Rienzi prosegue: “È una prassi tutt’altro che semplice, e che in ogni caso non porta all’annullamento automatico delle sanzioni. Siamo da sempre contrari all’uso indiscriminato degli autovelox come strumento per alimentare le casse comunali, ma il rischio è che la decisione della Cassazione sia interpretata come una bocciatura degli strumenti di rilevazione automatica della velocità e come un via libera al superamento dei limiti sulle strade, con conseguenze negative sul fronte della sicurezza stradale. Per questo chiediamo ai comuni di fare chiarezza, pubblicando sui siti delle amministrazioni le omologazioni degli apparecchi installati sul territorio, in modo da evitare contenziosi e garantire massima trasparenza agli automobilisti”.

Differenza tra approvazione e omologazione

Il cittadino può impugnare il verbale se l’omologazione dell’apparecchio non dovesse essere presente, coloro che hanno invece già pagato non possono più presentare ricorso. La sentenza della Cassazione fa una distinzione tra approvazione e omologazione dell’autovelox. L’approvazione consiste nell’autorizzazione del prototipo secondo degli standard definiti e l’omologazione garantisce che l’apparecchio rilevi in maniera giusta la velocità e che rispetti i requisiti tecnici previsti dalla normativa.

I macchinari non omologati sono la stragrande maggioranza di quelli che si trovano tra le strade, ha detto Carlo Rapicavoli, direttore veneto dell’Anci veneto. In attesa di un chiarimento dal Ministero dei Trasporti, qualunque automobilista venga sanzionato “proverà a fare ricorso o quantomeno chiederà l’attestazione della omologazione“, ha aggiunto.

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