La premier ha annunciato la sua candidatura alle elezioni europee. Ma come l’hanno presa gli italiani? Scopriamolo
Una ricerca condotta da Vis Factor in esclusiva per Adnkronos, ha appurato come il 60,4% degli italiani sui social network approvino la candidatura di Giorgia Meloni alle prossime elezioni europee. È questo il sentimento diffuso nel Paese, dove almeno un elettore su due si dice soddisfatto della scelta della premier.
Secondo la ricerca tra i concetti più digitati in relazione al tema c’è “scrivi Giorgia”, “cambiamo l’Europa” e “meno tasse”. “Si tratta di un risultato ampiamente positivo che va ben oltre il perimetro del consenso della coalizione di centrodestra. Vuol dire che gli italiani apprezzano il coraggio del presidente del Consiglio di misurarsi con queste elezioni a oltre un anno e mezzo di insediamento al governo”, ha spiegato Tiberio Brunetti, fondatore di Vis Factor, analista politico e imprenditore.
“Meloni ci mette la faccia e mira a tirare la volata di Fdi, per ribadire il primato assoluto del partito all’interno del centrodestra ma, principalmente, a livello nazionale – osserva Brunetti – L’invito a ‘scrivere Giorgia’ sulla scheda è molto evocativo e dà un senso di prossimità umana della candidatura, mentre il claim ‘l’Italia cambia l’Europa’ per quanto forte e chiaro rischia di essere troppo velleitario nel medio periodo. Serve adesso dare una mission chiara a questa candidatura affinché sia coerente con le aspettative degli italiani e con l’azione di governo”.
Durante la kermesse di Fratelli d’Italia a Pescara la presidente del Consiglio ha annunciato la sua discesa in campo: “Siamo di fronte a una battaglia decisiva, siamo a un bivio che non consente di tirarsi indietro, tutti devono fare la propria parte e io intendo fare la mia. Ho deciso di scendere in campo per guidare le liste di Fratelli d’Italia in tutte le circoscrizioni elettorali, se sopravvivo”.
“Chiedo agli italiani di scrivere sulla scheda il mio nome, ma il mio nome di battesimo – ha dichiarato la premier -, La cosa di cui vado più fiera è che la maggior parte dei cittadini che si rivolge a me continui a chiamarmi semplicemente Giorgia. Io sono stata derisa per anni per le mie radici popolari, mi hanno chiamata pesciarola, borgatara… perché poi loro sono colti, eh. Ma io sono fiera di essere una persona del popolo. Se volete dirmi che ancora credete in me – ha proseguito – scrivete sulla scheda Giorgia, perché io sono e sarò sempre una di voi. Il potere non mi cambierà, il palazzo non mi isolerà. Io ho bisogno di sapere ancora una volta che ne vale la pena”.
Ma davvero basterà scrivere Giorgia sulla scheda elettorale? A spiegarlo il ministro per le politiche agricole Francesco Lollobrigida: “Ci sarà scritto Giorgia Meloni detta Giorgia”, ha sottolineato parlando di “una possibilità che la norma dà proprio per semplificare il concetto”. Non sarebbe la prima volta che viene utilizzato uno pseudonimo (anche se questo non è il caso), in campagna elettorale. le più note sono quelle del leader dei radicali Pannella: Giacinto detto Marco, o ancora più recentemente il sindaco di Milano “Giuseppe Sala detto Beppe”.
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