Notiziario on line del Coordinamento per la laicità della scuola. Redazione: Marco Chiauzza, Grazia Dalla Valle, Daniel Noffke, Cesare Pianciola, Stefano Vitale.
Editoriale:
Tecnici e politici
Appena saputo del mandato conferito da Mattarella a Draghi, si è molto discusso del peso rispettivo dei tecnici e dei politici. Ma sia i "tecnici" che i "politici" saranno impegnati in scelte politiche decisive: transizione ambientalista, riforma degli interventi assistenziali in un sistema di welfare più lungimirante e più equo degli attuali provvedimenti tampone, semplificazione della macchina burocratico- amministrativa, uso dei fondi europei per un programma di sviluppo e non di rattoppo...
I contenuti sul tappeto rendono difficile ragionare in termini di netta distinzione tra tecnici “apolitici" e figure provenienti dai partiti. Tutto questo non lo faranno? Possibile che no, magari un insuccesso è anche probabile. Intanto è un governo a termine che non ha dinnanzi una prospettiva di anni per realizzare programmi di vasto respiro. Secondo Cacciari – che solitamente commenta con realismo – le cose cambieranno rapidamente dopo l’elezione del presidente della Repubblica, nel frattempo Draghi avrà un anno di tempo per fare diverse cose fondamentali: “Dovrà innanzitutto occuparsi con tempestività della campagna di vaccinazione, presentare un Recovery Fund decente, che non sia sussidiario. E poi secondo me dovrà fare anche una legge di bilancio che riesca a distribuire il peso della crisi equamente su tutti gli italiani” (https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/26179852/massimo-cacciari-teatrino-ridicolo-mario-draghi-aspettava-questi-qua-perde-staffe-in-diretta-grillini-umiliati.html).
Il discorso della difficile distinzione tra “tecnici” e “politici” vale anche per Patrizio Bianchi, il nuovo ministro dell’Istruzione. Classe 1952, professore ordinario di politica economica e titolare della Cattedra Unesco “Educazione, crescita ed eguaglianza”, rettore dell’Università di Ferrara dal 2004 al 2010, assessore all’Istruzione, Università e Lavoro per Vasco Errani e Stefano Bonaccini in Emilia- Romagna, è discepolo e amico di Romano Prodi. È anche autore di un piano per la riapertura delle scuole elaborato per lo scorso settembre con la task force interministeriale voluta dalla ministra Lucia Azzolina, mai discusso e lasciato cadere.
Il suo recentissimo volume Nello specchio della scuola. Quale sviluppo per l’Italia, edito nel 2020 dal Mulino, registra il ritardo della scuola italiana nel contesto europeo, ma non in termini meramente economici. “Oggi – scrive – tutte le statistiche dicono che la nostra dotazione di risorse umane non è adeguata alla globalizzazione e alla digitalizzazione che si sono imposte dall’inizio del nuovo secolo. Il tasso attuale di dispersione scolastica, sia esplicita (coloro che abbandonano in via definitiva la scuola senza raggiungere un titolo distudio) sia implicita (coloro che pur concludendo il ciclo di studi non dispongono delle competenze minime richieste), insieme al numero di quanti non studiano e non lavorano e di quanti se ne vanno altrove per trovare uno sbocco soddisfacente al loro percorso di studi, sono oggi un limite alla crescita economica e minano anche le fondamenta della nostra democrazia, introducendo nel paese il virus dell’iniquità sociale”. Il professore ha delle idee vicine a quelle di Prodi. che non si limitano alla necessità di uscire dall'emergenza Covid. La pandemia non deve essere la “coperta sotto la quale nascondere tutti i problemi accumulati nel tempo”. “È dunque questo il momento di investire in educazione: non solo per superare l’emergenza COVID-19, ma per guardare oltre, per ritrovare quel cammino di sviluppo umano che, dopo essersi perduto nei lunghi anni in cui hanno prevalso individualismo e populismo, deve fondarsi sui valori definiti nella nostra Costituzione”.
Tra l'altro, pensa che “sia giunto il momento di portare il ciclo secondario da cinque a quattro anni innalzando l’obbligo scolastico – da raggiungere anche con percorsi professionalizzanti che portino a una qualifica – dagli attuali 16 anni (senza riconoscimento di fine ciclo) ai 17”.
Indica tre priorità urgenti: lotta alla dispersione scolastica, interventi per la sicurezza degli edifici, agire subito per assumere 120 mila insegnanti (https://www.tecnicadellascuola.it/patrizio-bianchi-sulla-dispersione-scolastica-non-uno-di-meno-poi-sicurezza-e-assunzioni). Sulle scadenze ravvicinate per ora è stato piuttosto reticente. Ritorno a scuola di tutti? andiamo cauti; sulle modalità dell’esame di maturità 2021? “stiamo lavorando”; lezioni prolungate a giugno? tutto da vedere.
Da un economista-politico è comunque lecito aspettarsi di più e meglio della precedente gestione della ministra Azzolina.
Staremo a vedere.
Cesare Pianciola
Fanno parte del Coordinamento: AEDE (Association Européenne des Enseignants), AGEDO, CEMEA Piemonte, CGD Piemonte, CIDI Torino, COOGEN Torino, CUB-Scuola, FNISM, Sezione di Torino "Frida Malan", MCE Torino.
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