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Svizzera, HANS KÜNG EUTANASIA: IL TEOLOGO SVIZZERO POTREBBE SCEGLIERE IL SUICIDIO ASSISTITO

Di Redazione | 07.10.2013


Hans Küng, tra i più famosi sacerdoti e teologi cattolici contemporanei – noto soprattutto per le idee progressiste e di rottura rispetto alla tradizione – potrebbe scegliere la strada del suicidio assistito.


Lo studioso svizzero, nato nel 1928, è da tempo affetto dal morbo di Parkinson e nel suo ultimo libro di memorie "Erlebte Menschlichkeit" (pubblicato in lingua tedesca la scorsa settimana) esprime il proprio parere favorevole all’autodeterminazione sul fine vita.

"Nessuno dovrebbe essere obbligato a tollerare delle sofferenze insopportabili come se fossero inviate da Dio” scrive il professore di teologia a Tubinga. “Ognuno ha il diritto di decidere per se stesso e nessun prete, dottore o giudice può impedirlo”.

Per Küng, dunque, l’eutanasia non sarebbe una forma di omicidio, quanto piuttosto una “restituzione della vita nelle mani del Creatore”, una scelta compatibile con la fede in Dio e la vita eterna promessa da Gesù.
Una posizione che però si scontra con la netta contrarietà al suicidio assistito della dottrina vaticana. Küng ha sempre avuto posizione progressiste, nel 1979 dopo che mise in dubbio la dottrina dell'infallibilità papale il Vaticano gli revocò la licenza all'insegnamento. Ma lui, convinto delle sue tesi, ignorò ogni pressione a ritrattare.

 

 

Un commento

Sergio:

Küng ha fatto benissimo a rivendicare l'autodeterminazione per il proprio fine-vita. Ciò potrebbe contribuire forse a sdrammatizzare un po' la questione: se desidero abbreviare un po' la mia vita perché sono stanco, soffro e non ne posso più - che male vi fo? Giusto. Ma probabilmente la Chiesa, la sua Chiesa, non ne vorrà sentire parlare perché i cosiddetti valori non negoziabili, tra cui l'accettazione della morte naturale, sono la sua ultima trincea. La fede ormai non è più possibile e la Chiesa si attacca perciò all'etica, ai principi. Tuttavia Küng sbaglia lo stesso nel rivendicare l'autodeterminazione e nel pretendere di essere lo stesso cattolico apostolico romano. Con la sua pretesa si ribella apertamente al magistero e si pone fuori dalla Chiesa (per altro è già fuori da tanto tempo). Non si può essere cattolici e al tempo stesso uomini liberi. Comunque Küng ha tutte le mie simpatie, anche se non è per niente uno dei miei punti di riferimento.